Gonzalo Miranda, L.C.
C'è posto ancora per un’altra rivista di bioetica? Se teniamo presente cos’è la bioetica, sì. Perché molteplici sono i temi e i problemi da studiare. Perché è un settore in continuo movimento. Perché c’è in questa disciplina un’intrinseca “vocazione al dialogo”. E il dialogo si arricchisce quando più voci e discorsi (logos) interagiscono e si incrociano (dia). Studia Bioethica nasce come espressione della prima facoltà di bioetica sorta al mondo. Ed è interessante notare che si tratta di una facoltà ecclesiastica, strutturata nell’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” di Roma. Non pochi hanno visto in questa iniziativa, approvata dalla Santa Sede, un’ulteriore dimostrazione del grande interesse che la Chiesa cattolica nutre nei confronti della bioetica e di tutto ciò che riguarda la promozione e il rispetto della vita. Poco dopo l’approvazione della nostra Facoltà da parte della Congregazione per l’Educazione Cattolica, il card. Zenon Grocholewski, ci inviò una lettera di incoraggiamento, esprimendo la sua «soddisfazione per l’iniziativa di avviare una nuova rivista che mira a dare espressione al lavoro di ricerca che si svolge nell’ambito della Facoltà e che si propone di affrontare, con carattere scientifico e con chiarezza divulgativa, temi la cui urgenza e importanza sono fortemente attuali, sia sul piano etico che su quello legislativo». Eccoci, dunque, al tavolo del dialogo sui molteplici, complessi ed appassionanti temi della bioetica. Dialogo che richiede, da parte di tutti, apertura, disponibilità all’ascolto, capacità di cogliere le ragioni degli altri. Ma che esige anche onestà nel definire i propri convincimenti ed offrire le proprie ragioni. Attorno al tavolo del dialogo in bioetica ci sono molte voci diverse. Noi sediamo da cattolici. In piena armonia con l’insegnamento del Magistero cattolico universale. Dalle pagine della nostra Rivista vogliamo offrire il nostro contributo di studio, ricerca, deliberazione e proposizione. In quanto strumento di una facoltà universitaria, Studia Bioethica cercherà di approfondire le varie tematiche col desiderio di contribuire allo sviluppo della riflessione degli esperti. Ma vogliamo aprire pure le nostre pagine a quanti, anche se non “addetti ai lavori”, si interessano di questi problemi all’interno delle professioni sanitarie, dell’educazione, del servizio pastorale, etc. Ogni numero della rivista conterrà una sezione monografica su di un tema specifico di bioetica. La sezione aperta, invece, permetterà di affrontare i temi più vari e di attualità. Altre sezioni offriranno recensioni e segnalazioni di libri ed articoli significativi nel settore. Infine, i lettori potranno intervenire con le loro riflessioni nel “Forum”. Abbiamo voluto dedicare questo primo quaderno alla figura formidabile di papa
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Giovanni Paolo II. In quanto facoltà di un ateneo pontificio, ci sentiamo strettamente legati al Successore degli apostoli. E il «papa venuto da lontano» era quel successore quando la nostra facoltà vide la luce, nell’ottobre del 2001. Per tutti i cattolici, ma non solo per noi, Giovanni Paolo II ha rappresentato – e rappresenta ancora – un punto fermo e luminoso di riferimento. Per la sua ricchissima e profondissima dottrina, per il suo esempio trascinatore, per la sua vita donata fino in fondo. Donata anche, e in modo forte e generoso, alla causa della promozione della vita. La sezione monografica, dunque, di questo numero di battesimo di Studia Bioethica, raccoglie, innanzitutto, due studi panoramici. Il primo presenta sinteticamente i contributi offerti alla bioetica da parte del Pontefice scomparso tre anni fa e traccia una prima analisi di ciò che in questo campo stiamo ricevendo con gioia dalle mani del suo successore, Benedetto XVI. Un solido ponte di continuità unisce questi due pontefici, sulla strada lunga della tradizione cristiana. Il secondo articolo approfondisce l’antropologia di fondo nel pensiero di Papa Wojtyla, specialmente la sua valorizzazione del corpo umano come parte integrante della persona: tema fondamentale nel dibattito bioetico attuale. Seguono altri studi a mo’ di “antologia” tematica su alcune dimensioni della bioetica nell’insegnamento del papa polacco. Infine, abbiamo voluto intervistare alcuni ecclesiastici che hanno avuto modo di conoscere molto da vicino lo sviluppo dell’insegnamento di Giovanni Paolo II in relazione alla vita e alla medicina. Poniamo, dunque, nelle mani dei lettori questo primo numero della rivista Studia Bioethica, con la speranza di offrire un valido contributo, desiderando di farlo, come ci esortava il card. Grocholewski nella sua lettera, «con rigore scientifico, nella fedeltà alla dottrina cattolica e con il coraggio di affrontare anche tematiche ancora dibattute, offrendo prospettive di riflessione e di soluzione».
Gonzalo Miranda, L.C.
Direttore
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