Abstract
Fin dagli albori della civiltà, da quando l’essere umano ha cominciato ad avere la consapevolezza di sé, del proprio esistere e del proprio senso di appartenenza, esso si è trovato davanti al problema della malattia, del dolore, della perdita dell’efficienza fisica e della morte. Le cure palliative, finalizzate al supporto dei malati terminali, si caratterizzano, rispetto ad altri settori della medicina, per un approccio totale alla persona. L’ipotesi che il lavoro ha voluto verificare consiste nel fatto che per prevenire la richiesta eutanasica da parte dei pazienti in fase terminale è necessario migliorare, attraverso l’intervento delle cure palliative, la qualità della vita del paziente. È stato quindi valutato, attraverso la percezione delle cure palliative negli operatori sanitari come quest’ultime possano essere considerate un indicatore significativo della richiesta eutanasica. In particolare è stata valutata la relazione tra le dimensioni relative alle cure palliative e la qualità della vita. Il metodo di ricerca utilizzato per approfondire l’oggetto di studio ha preso le mosse dalla lettura di numerosi testi ed articoli di giornali e riviste specializzate, oltre che dalla consultazione di diversi siti on-line, che hanno fornito informazioni preziose ed interessanti riferimenti bibliografici, in un settore ancora in continua e rapida evoluzione. In conclusione, il lavoro ha permesso di evidenziare un atteggiamento positivo verso le cure palliative. Quando i controlli medici diminuiscono e la malattia avanza, la qualità del rapporto interpersonale fra l’équipe e il paziente diviene l’elemento essenziale per una buona assistenza. Le cure palliative non richiedono strumenti costosi, né strutture elaborate, ma persone motivate e debitamente istruite, con doti di gran disponibilità umana e strettamente interagenti tra loro.