Abstract
Nella relazione tra medico e paziente, al primo compete ascoltare la richiesta di rispetto della persona e delle sue scelte, il bisogno di personalizzare ed umanizzare le cure e la necessità di tutelare i propri valori, operando così esclusivamente secondo i grandi principi che guidano, sotto il profilo etico deontologico, il moderno esercizio professionale: il principio di giustizia, il principio di beneficialità e non maleficità, il principio dell’autodeterminazione del paziente. La relazione con un morente ha significati e dimensioni che non esistono in nessuna altra relazione.
L’essere umano che è vicino al morente, medico o infermiere o familiare che sia, deve dare innanzitutto la sua presenza e tutta la sua capacità di ascolto. Se il malato è ascoltato, è spesso lui stesso a trovare dentro di sé quel tanto di verità di cui ha bisogno e per cui ha il coraggio.
In questa preliminare ricerca si è constatato che l’impegno professionale ad evitare che la rinuncia ai trattamenti diventi sordità verso l’umano soffrire non è il modus operandi di pochi.