Abstract
La crisi della stampa è nota. Prestigio e credibilità sono in ribasso. Infoetica è un neologismo serio, coniato dall’allora papa e oggi papa emerito Benedetto XVI. Il termine evoca la necessità se non l'urgenza per chi lavora nei media (e quindi anche nel quotidiani) di dare/fare "buona" informazione. Scrivere “bene” insomma è possibile, scrivere il Bene invece è più difficile, specie per quelle notizie che i giornalisti chiamano “eticamente sensibili”. Notizie cioè che trattano temi di vita e di morte, di confine e di dolore e sulle quali molte volte, se non spesso, i giornali fanno e danno dis-informazione, rappresentazioni parziali e commenti di “parte”. Da qui il richiamo di una infoetica per la stampa che però sembra non aver dato grandi risultati o provocato grandi consensi fra i colleghi della carta stampata, le "penne”. Eppure infoetica non è un atto d’accusa né la chiamata al Giudizio finale. Scrivere “bene” fa parte del mestiere, scrivere volutamente “male” corrompe le coscienze e tradisce l'Umano. La grande questione infoetica è tutta qui.