Abstract
Nei due casi che vengono presi in considerazione, in modi diversi, c’è un intreccio variamente combinato tra il “guasto” del cervello e il funzionamento psichico: la perdita del valore etico e della dignità della persona entrano in gioco là dove l’operatore confonde il malato con la malattia selezionando, volontariamente o involontariamente, i dati che raccoglie. Si viene a creare così una loro interpretazione “pilotata” per affermare un costrutto che si è formato in anticipo nella mente dell’operatore anziché arrivarci per deduzione.