Un interdetto è uno che non capisce niente
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Come citare

Passerini, A. (2018). Un interdetto è uno che non capisce niente: Dignità della persona ed inferenza dell’operatore nelle valutazioni psichiatriche forensi. Studia Bioethica, 11(1), 18–21. Recuperato da https://riviste.upra.org/index.php/bioethica/article/view/2798

Abstract

Nei due casi che vengono presi in considerazione, in modi diversi, c’è un intreccio variamente combinato tra il “guasto” del cervello e il funzionamento psichico: la perdita del valore etico e della dignità della persona entrano in gioco là dove l’operatore confonde il malato con la malattia selezionando, volontariamente o involontariamente, i dati che raccoglie. Si viene a creare così una loro interpretazione “pilotata” per affermare un costrutto che si è formato in anticipo nella mente dell’operatore anziché arrivarci per deduzione.

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