Abstract
Oggi è quanto mai necessaria una riflessione profonda, preferibilmente con un approccio interdisciplinare, orientata al discernimento e all’integrazione dei diversi sensi di “coscienza” e di “libertà” umana. È noto il crescente interesse, in ambito bioetico, relativo alle tematiche sugli stati alterati di coscienza (dal coma, allo stato vegetativo; dallo stato di minima coscienza, alla sindrome “dell'imprigionato o lock-in”), per non parlare dell'acceso dibattito sul cosiddetto “criterio neurologico di morte”.
In effetti, l’irriducibilità di questa peculiarità della specie umana, è stata recentemente messa in luce da un libro inedito del famoso filosofo della mente Thomas Nagel che da poco ha esordito con un’opera che ha suscitato plauso, ma anche tanto scalpore, a volte intriso da scientismo e pregiudizio.