Filosofia per la fine vita: persona, dignità, dolore e speranza nell’uomo che muore
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Palabras clave

Hospice
persona
dignità
speranza
dolore

Cómo citar

Costanzo, G. (2016). Filosofia per la fine vita: persona, dignità, dolore e speranza nell’uomo che muore. Studia Bioethica, 9(1). Recuperado a partir de https://riviste.upra.org/index.php/bioethica/article/view/3568

Resumen

Rintracciare i riferimenti per la sistematizzazione di una filosofia per la fine vita, valida per porre in risalto il valore dell’uomo e le dimensioni esistenziali coinvolte nell’evento, può agevolare gli attori coinvolti nelle cure palliative a riconoscere i principi etici necessari per affermare il valore della vita, riconoscere la logicità della morte e facilitare l’erogazione di un servizio di cura compatibile con l’uomo e la sua identità. Persona, dignità, speranza e morte sono i riferimenti di partenza, pensati con l’obiettivo di offrire una doppia lettura, teorica ed empirica. Da una parte rintracciarne il significato e l’interpretazione filosofica, dall’altro provare ad abbozzare una proposta culturale sintesi di impulsi etici e contributi esperienziali. Individuare nelle definizioni di persona e dignità dei concetti dotati di fondamenti non variabili, quindi riconoscibili perché attuabili, e identificare nel dolore e nella speranza delle potenzialità che possono sostenere il morente nel suo percorso finale, facilita gli operatori sanitari ad erogare un servizio centrato sull’uomo e non solo sulla dimensione clinica. Il lavoro affronta il tema della persona avvalendosi del pensiero di Luigi Pareyson, della dignità supportato dalla riflessione di Bernhard Casper e del dolore con l’ausilio di Viktor Frankl. La riflessione sulla speranza nel morente, è invece, del tutto originale. Pur richiamando alcune riflessione di Salvatore Natoli, si prova a dare una definizione nuova, basata su un processo triadico. Lo studio, infine, è stato pensato per sollecitare l’erogazione di percorsi formativi strutturati nell’équipe che operano negli hospice e nelle RSA. La comprensione intuitiva non è sufficiente, occorre confrontare l’approccio teorico con le esperienze di lavoro, al fine di strutturare una filosofia della fine vita sempre in evoluzione, perché focalizzata sull’uomo ed i suoi significati. Le tematiche trattate in questo breve studio non sono conclusive e sono valide solo se inserite in una riflessione più ampia, aperta alla comprensione delle dinamiche fisiche, psichiche ed esistenziali della persona che muore.
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