Potenziamento, arroganza e vulnerabilità della natura umana: una risposta a Jonathan K. Crane nella prospettiva cristiano-cattolica
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Come citare

Palazzani, L. (2017). Potenziamento, arroganza e vulnerabilità della natura umana: una risposta a Jonathan K. Crane nella prospettiva cristiano-cattolica. Studia Bioethica, 10(3), 30–36. Recuperato da https://riviste.upra.org/index.php/bioethica/article/view/2766

Abstract

Una rigida interpretazione della Creazione nella prospettiva ebraica vede in essa un atto completo e perfetto, che non può essere ulteriormente migliorato. Questo porta ad una concezione statica, che inevitabilmente implica un divieto di tutte le forme di potenziamento, o anche qualsiasi forma di intervento della scienza e della tecnologia. Ogni tipo di miglioramento, piccolo o grande, ma anche ogni tipo di miglioramento scientifico e di progresso tecnologico può essere considerato come una sfida a Dio, come un "affronto" o un "insulto" al Suo atto, come un comportamento arrogante di interferenza nel piano, nella volontà e nella sapienza divini.
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