La Neuroetica nella stampa
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Parole chiave

mass media
stampa
comunicazione
informazione
neuroetica

Come citare

Cavallotto, A. (2012). La Neuroetica nella stampa. Studia Bioethica, 4(1). Recuperato da https://riviste.upra.org/index.php/bioethica/article/view/3267

Abstract

Dal punto di vista giornalistico la possibilità di raccontare, narrare e descrivere come funziona il cervello o le sinapsi trova nel lettore facile appeal. L’anno appena concluso è stato per le neuroscienze un anno veramente eccezionale. Soprattutto sui quotidiani. Qui le neuroscienze hanno trovato un clamoroso successo di visibilità. Una vera e propria “neuromania”, come l’ha definita Tuttoscienze, una delle testate scientifiche giornalistiche più importanti. Il vaglio però di una disamina critica degli articoli pubblicati nell’anno transeunte rivela che, a fronte di tanti buoni articoli di neuroscienza come quelli sulle malattie neurodegenerative altri, meno “buoni” incrinano il successo di pubblico di questa branca del sapere e aprono alla presenza nella carta stampata di quel giornalismo ideologico e di parte, difficile da estirpare. Un giornalismo inquinante che soprattutto nell’ambito della neuroetica, un nuovo ramo di ricerca della materia, ha offerto al lettore articoli “spinti” di neuroscienza onestamente incompleti e retorici. Conferendo al testo una carica emotiva e “giocando” sull’assonanza tra pensiero e anima, impulsi elettrofisiologici e comportamenti umani, molti quotidiani – i più importanti – hanno operato una sorta di “minculpop” riduzionista su tutto l’umano e il suo agire morale. Megafono di una visione transumana e relativista della neuroetica, il successo delle neuroscienze sulla stampa appare quindi macchiato se non falsato proprio in un campo dove più pericolosa è la manipolazione del linguaggio per l’uomo.
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