Abstract
Summary: Justice is a divine attribute to which the sacred texts of the Abrahamic religions attest frequently and to which people attach great importance. However, it is the express subject of comparatively few contemporary studies. It has been argued that this is symptomatic of a long-standing trend in Christian theology, which has tended to conceive justice narrowly, as retributive. This paper makes the case that, mediaeval theologians, from Anselm to Aquinas, address the divine attribute of justice in depth and with philosophical sophistication, viewing it primarily as God’s merciful and gracious distribution of merits and goods. It seeks to identify Aquinas’s contribution to the mediaeval analysis of this divine attribute and assess what he may have to contribute to current philosophy of religion. In particular, pointing to natural teleology, he offers more fully worked out metaphysical reasons for calling God just and considering all his works just. The existence of creatures can only be explained as an act of divine mercy, with the result that, since existence is the fundamental gift, all God’s works are merciful and just.
Key words: Anselm of Canterbury (Anselm of Aosta), Alexander of Hales, Thomas Aquinas, divine attributes, justice.
Sommario: La giustizia è uno degli attributi divini che le religioni abramitiche sottolineano di più, e a cui le persone danno più importanza. Ciò nonostante, in termini relativi essa è un tema trattato in pochi studi contemporanei. È stato argomentato che tale trascuranza derivi dalla tendenza duratura della teologia cristiana a concepire la giustizia di Dio come fondamentalmente retributiva. Questo saggio vuole invece mettere in rilievo che i teologi
medioevali, da Anselmo di Canterbury a Tommaso d’Aquino, la concepiscono come distribuzione misericordiosa e generosa di beni e di meriti. Il saggio mira ad individuare il contributo specifico di Tommaso d’Aquino alla discussione di questo attributo divino e, a
sua volta, un suo eventuale apporto all’attuale filosofia della religione. In modo particolare, sviluppa, a partire di un’analisi della teleologia naturale, una più articolata fondazione metafisica della tesi secondo la quale Dio è giusto, e tutte le sue opere sono anche esse giuste. L’esistenza delle creature è da spiegare come un atto di misericordia divina, in modo che, essendo l’essere il dono fondamentale, tutte le opere di Dio sono da ritenere misericordiose
e giuste.
Sommario: Parole chiave: Anselmo di Canterbury (Anselmo di Aosta), Alessandro di Hales, Tommaso d’Aquino, attributi divini, giustizia.