Abstract
Summary: The doctrine of atonement may best be defined and distinguished by two fundamental coordinates: (1) reparation for sin and (2) reconciliation with God. This paper will examine possible ways in which the act of faith is a “place” in which the believer effectively makes reparation for sin and is reconciled with God. This insight will be developed from Pope John Paul II’s meditation on the Holy Spirit’s mission to “convince the world concerning sin” (Jn 16:8), as found in the second chapter of his 1986 encyclical Dominum et Vivificantem. John Paul points out that “convincing concerning sin” has a precise referent, namely, the refusal to believe in Jesus (cf John 16:8). Since the refusal to believe is the root of all sin, it follows that the “obedience of faith” is both a direct remedy for the disobedience of sin and the beginning of a renewed friendship with God, that is, atonement.
Keywords: Atonement (doctrine of); faith; John Paul II; Dominum et Vivificantem; Holy Spirit; personalism
Sommario: La dottrina della soddisfazione può essere definita e distinta da due coordinate fondamentali: (1) la riparazione del peccato e (2) la riconciliazione con Dio. Questo studio esamina il ruolo della fede nella soddisfazione come “luogo” in cui il credente effettivamente fa riparazione per il peccato ed è riconciliato con Dio. Questa intuizione sarà sviluppata a partire dalla meditazione sulla missione dello Spirito Santo di «convincere il mondo rispetto al peccato» (Gv 16,8), nell’enciclica Dominum et Vivificantem (1986) di papa S. Giovanni Paolo II, il quale rileva che questa «convinzione rispetto al peccato» ha un riferente ben preciso: il rifiuto di credere in Gesù. Se dunque è vero che il rifiuto della fede e la radice di ogni peccato, ne consegue che la «obbedienza della fede» è un rimedio diretto per la disobbedienza del peccato e l’inizio di una rinnovata amicizia con Dio.
Parole chiave: Soddisfazione (dottrina); fede; Giovanni Paolo II; Dominum et Vivificantem; Spirito Santo; personalismo.